mercoledì 19 dicembre 2012

Scuola 11 - Un piccolo Paese civile

In slovenia " il contratto di lavoro degli insegnanti prevede che lo sciopero sia pagato qualora il datore di lavoro (ergo lo Stato) non rispetti un accordo sottoscritto. E il governo, puntualiza, nella sua manovra di tagli ha già espresso l’intenzione di non pagare gli arretrati previsti in un patto tra le parti firmato nel 2010. Quindi l’esecutivo è inadempiente, quindi lo sciopero va pagato. "
Tratto da IL PICCOLO


lunedì 17 dicembre 2012

Scuola 10 - Lettera molto seria di una insegnante al Ministro Profumo

Lettera molto seria di una insegnante al Ministro Profumo

... "Egregio Signor Ministro, sa che io già oggi, con le classi stipate di 27/30 alunni, ho circa 90 ragazzini da seguire con le mie 18 ore; con 24 ne avrò circa 120. non voglio neanche pensare ai colleghi di altre materie, tipo lingue. Secondo lei, facendo anche un mero conto a spanne, la qualità del mio insegnamento migliorerà?"... 

 

domenica 16 dicembre 2012

Scuola 8 - Quanto guadagna un insegnante?

Gli insegnanti italiana guadagnano meno della media degli insegnanti europei come si vede dalla tabella 1 qui [che si riferisce ad insegnanti con 15 anni di anzianità].
I dati sono quelli ufficiali dell'unione europea tratti da un documento di 105 pagine: Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe, 2011/12.
Si tratta ovviamente di redditi lordi a cui vanno tolte tasse e trattenute ben pesanti in Italia.

Un commento da un articolo de The New York Times: according to Andreas Schleicher, the special adviser on education to the head of the Organization for Economic Cooperation and Development, which groups 34 countries in Europe and beyond. While the country has improved in recent years, “in terms of student performance, Italy is below the O.E.C.D. norm,” he said. “You have a large number of teachers, but they are poorly paid and have relatively low levels of training. Other systems prioritize the quality of teachers over the size of the classes.”


TRADUZIONE:
secondo Andreas Schleicher, consigliere speciale per l'istruzione a capo dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico [OCSE], che raggruppa 34 paesi in Europa e al di fuori. Anche se il Paese è migliorato negli ultimi anni "in termini di rendimento degli studenti, l'Italia è al di sotto della norma OCSE" ha detto. "Ha un gran numero di insegnanti, ma sono mal pagati e hanno livelli relativamente bassi di formazione [specifica per l'insegnamento]. Altri sistemi danno la priorità alla qualità degli insegnanti rispetto alle dimensioni delle classi"

sabato 15 dicembre 2012

Scuola 7 - Il sistema è in crisi, la scuola è fallita

Oltre le chiacchiere e gli scioperi bovini. Cosa aspettiamo a dare forza ad un'alternativa?
 Lavoratori della scuola,
la situazione è paradossale: mentre la crisi si abbatte su di noi con una violenza inaudita, nelle nostre scuole, vige la più completa rassegnazione, disfattismo, mancanza di prospettive. Cosa aspettiamo per iniziare ad uscire da questa deprimente situazione?
Il taglio delle compresenze alle elementari, i fondi di istituto ridotti al minimo, la riduzione degli orari di lezione per gli studenti delle medie e superiori, il taglio netto dei docenti di sostegno, degli assistenti di laboratorio, degli organici ATA: un attacco senza precedenti alle nostre condizioni di vita e di lavoro, in piena sintonia con quanto già fatto dai governi precedenti. A tutto vantaggio delle scuole private e di chi se le può permettere.
Per tutta risposta cosa sta avvenendo nei nostri istituti? I docenti di ruolo snobbano quelli con supplenze annuali che, a loro volta, guardano dall'alto in basso quelli con supplenze temporanee; l'intero corpo docente guarda con sufficienza i collaboratori scolastici, i quali poi si rifanno sugli eventuali addetti alle pulizie provenienti da qualche cooperativa esterna, sempre più in difficoltà. Parallelamente subiamo, divisi e scoraggiati, presidi-manager sempre più autoritari, circondati dalle loro clientele e che ora devono anche classificarci in buoni e cattivi.
I sindacalisti poi fanno di tutto per fiaccarci con scioperi ad avvio lento, ma ritiro rapido.
In questa situazione, ormai normalità, la protesta, la ribellione, la rabbia, sono fondamentalmente assenti: qualcuno parla di blocchi delle attività aggiuntive, qualcun altro alza la voce e fa le sue sparate, ma di fatto non si è minimamente capaci di proporre azioni di protesta nelle scuole, né, tanto meno, di coinvolgere le famiglie.
Del fatto che dobbiamo solidarizzare con gli altri insegnanti che, come noi, stanno subendo i medesimi attacchi, nessuno fa parola.
Ecco a cosa ci hanno portato: divisi tra di noi, scoraggiati, isolati dagli altri lavoratori non siamo altro che mansueti bovini che i sindacati stanno portando silenziosamente al macello, per sostenere le esigenze della crisi del capitale.
Basta!!
Invito i lavoratori più sensibili e determinati a muoversi, con le famiglie e gli studenti delle superiori, fuori e contro le logiche sindacali e “isolazioniste”.
È ora di farla finita con la rassegnazione, con i parolai, con i burocrati, con i stanchi sindacati incapaci di sviluppare una critica unitaria e radicale tanto alle riforme quanto al sistema che le ha generate.
La resistenza alla riforma, la critica alla scuola per pochi, la costruzione di un autentico percorso di lotta devono necessariamente assumere come base alcuni punti fermi:
  • Non vi è difesa reale delle nostre condizioni di vita e di lavoro se non ci battiamo in maniera solidale innanzitutto per chi sta peggio di noi (vedi docenti di ruolo e supplenti o ATA e personale tecnico in appalto), se, alle superiori, non partecipiamo alla maturazione della coscienza dei “nostri” studenti, se non ci poniamo il problema di coinvolgere le famiglie, se non ci schieriamo incondizionatamente in solidarietà con tutti gli insegnanti precari che in questo periodo stanno subendo attacchi violentissimi e stanno perdendo il posto di lavoro.
  • Dobbiamo autorganizzarci e smetterla di affidarci a questo o quel sindacato, dobbiamo - per cominciare - dare vita a strumenti di controinformazione che esprimano con chiarezza a colleghi, genitori e studenti la gravità della situazione, la necessità di elaborare forme nuove di opposizione: le semplici occupazioni studentesche e gli scioperi fin qui avanzati sono insufficienti. Dobbiamo elaborare forme nuove per esprimere la nostra resistenza e la nostra lotta nella quotidianità scolastica.
  • La nostra lotta contro la crisi (della quale la riforma non è che una conseguenza) deve e può partire dal basso, dalle situazioni concrete. Per esempio, dichiarando pubblicamente che non è possibile fare lezione se le classi sono divise a causa dell'assenza di supplenti, coinvolgendo i colleghi in attività collettive, sviluppando con i ragazzi la critica alla situazione attuale, costruendo con i genitori forme di protesta, cercando contatti e collaborazioni con i lavoratori di altri istituti, solidarizzando tra noi... insomma, non perdendo nemmeno un'occasione tra quelle possibili
Quanto sopra, immagine compresa, è stato liberamente tratto da un volantino per lo sciopero della scuola del 12 marzo 2010 semplicemente ho tagliato alcuni punti su cui non sono d'accordo e modificato qualche parola.  Il volantino originale è un documento dei Lavoratori della scuola del Partito Comunista Internazionalista con cui non ho relazione alcuna. Come vedete sono passati quasi 3 anni, ma nulla è cambiato.

Scuola 6 - PORTA A SCUOLA I TUOI SOGNI



Per farla breve: confrontate sogni con scuola pubblica.
disegno originale in http://www.scuolagmanno.ca.it




Il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha pubblicato il video PORTA A SCUOLA I TUOI SOGNI che trovate nel sito del ministro Profumo e su YouTube. Sembra che il video sia stato girato in scuole private (v. "La Tecnica della Scuola.it") e la realtà sia un'altra, più vicina alla parodia del filmato precedente e riportata da TGCOM24.it (anche questo su YouTube).



martedì 11 dicembre 2012

Scuola 5 - Forse si comincia a capire che la scuola è (tutta) da rifare

Titolo rubato, ma con cui concordo (dopo aver aggiunto le parentesi). Occorre però procedere per gradi e soprattutto non buttare quello che c'è di buono (ed è molto!)
L'articolo di OrizzonteScuola spiega qual è lo stato attuale delle proteste diffuse, ma spesso, purtroppo, confuse. Una causa della confusione va cercata nei numerosi sindacati scolastici (*) che ormai tradizionalmente protestano divisi. Sono così divisi su tutto che nessuno vi darà del pazzo se pensate a un complotto dei servizi segreti attuato per realizzare il "divide et impera". Personalmente non credo ad un'intelligence italiana così efficiente!


(*)  Un elenco parziale delle sigle sindacali:



Scuola 4 - Come distruggere la scuola pubblica

Raccoglierò in questo post tutte quelle informazioni che (di)mostrano come si stia demolendo la scuola pubblica (oppure chi vi lavora). 


0. L'opinione del Ministro dell'Istruzione

  1. La Scuola [pubblica è] fallita documentario-indagine della RAI (del 14/02/2010).

    Dura un'ora e 34 minuti, ma per chi non ha tempo ed è un genitore consiglio di guardarlo dal minuto 47:00. Si parla della Lombardia, regione ricca, che eroga alle scuole private il doppio dei contributi dati alle scuole pubbliche. Il problema non trascurabile è che le scuole pubbliche con la metà dei soldi devono far fronte ad un numero di allievi 10 volte superiore!
  2. Per chi ha figli con handicap e sta pensando alla scuola privata guardi il filmato dal minuto 53:00.
    Molto interessanti i commenti di un ingegnere dirigente della provincia di Enna da 1h:26':30": "l'80% delle scuole italiane dovrebbe chiudere" se andiamo a cercare i certificati di abitabilità e di idoneità statica.
    Interessante per gli insegnanti o aspiranti tali tutto il filmato fin dall'inizio.

  3. Una notizia pubblicata oggi su orizzontescuola.itDal prossimo anno abolite le tredicesime? Fantapolitica?
  4.  "Scatti di anzianità: il ripristino lo pagano i lavoratori" è una beffa a danno dei lavoratori e un ulteriore taglio alle risorse della scuola pubblica (dal sito della FLC-CGIL, 13/12/2012)
  5. Dalla lettura della legge di stabilità, approvata alla fine del 2012, emergono aspetti inquietanti per quel che riguarda la scuola. In particolare laddove si dice che, a partire dal 2014, «i risultati conseguiti dalle singole istituzioni sono presi in considerazione ai fini della distribuzione delle risorse per il funzionamento». Chi decide il valore dei risultati delle tante istituzioni scolastiche? Con quali strumenti di valutazione? Secondo quali criteri? Una scuola disagiata di una periferia abbandonata che riesca a recuperare alla scuola dell'obbligo la maggioranza dei suoi ragazzi come è valutabile rispetto a una scuola centrale di una metropoli, dove i ragazzi hanno ogni possibile opportunità sociale e culturale? Più promossi = scuola migliore?? In realtà quella frase all'interno della legge di stabilità servirà a tagliare complessivamente i finanziamenti alla scuola, ma con una certa eleganza. Al contrario la stessa legge "finanziaria" (come si diceva qualche tempo fa) rimanda la ristrutturazione delle province che sembrava imminente ad agosto 2012.
  6. Ricordo che 140.000 posti sono stati eliminati in meno in 3 anni (risparmio di 8 miliardi di Euro) e ciò equivale a chiudere una multinazionale di grandi dimensioni o l’equivalente di dieci Alitalia. A pagare il prezzo sono gli insegnanti più giovani, che sia pur da precari lavorano da molti anni nella scuola. Ma pagherà anche la scuola italiana nel suo insieme, che è già la più vecchia, come età media dei docenti, di tutta l’ Europa e perderà la possibilità di ricambio.
  7. Il segretario della Flc Natalino Giacomini: "Dal 2008 a oggi[19/12/2012] – ha ricordato – la scuola regionale [del Friuli-Venezia Giulia, la mia piccola regione con poco più di un milione di abitanti] ha perso 2mila posti di lavoro e un milione di ore di didattica. E con il nuovo piano di dimensionamento avremo un ulteriore arretramento qualitativo. Tondo, su questo, non ci ha mai voluto sentire" [tratto da www.rassegna.it ]

  8. Indagini, statistiche e relativi commenti





















sabato 8 dicembre 2012

Scuola 3 - Insegnanti fanulloni! (??)

E' luogo comune che gli insegnanti lavorino poco, e probabilmente era vero fino ad alcuni anni fa, solo 18 ore alle medie e superiori. In realtà si tratta di 18 ore di insegnamento frontale cioé in classe ed in presenza degli allievi per 18 ore, ma questo non è tutto il lavoro dell'insegnante, ne serve molto altro per preparare lezioni, correggere i compiti, partecipare alle riunioni, svolgere i sempre più numerosi adempimenti burocratici ... (v. in questo blog il post "Scuola 1 - I compiti per casa dell'insegnante" oppure Passato, presente e futuro degli insegnanti - Il lavoro "reale" [reperito il 15/01/2013]).

Non è nemmeno possibile fare confronti con altre professioni, ognuna delle quali ha richieste diverse anche in temini di titoli di studio. Agli insegnanti è richiesta la laurea e, per medie e superiori, l'abilitazione all'insegnamento che avviene attraverso ulteriori costosi corsi pluriennali (Tirocinio Formativo Attivo = TFA prima c'era la Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario = SSIS) poi ci si può mettere in graduatoria e sperare in alcune ore/settimana di supplenza. Solo in seguito si diventa insegnanti precari (assunti a settembre e licenziati a giugno) ed infine, in genere dopo svariati anni, si viene assunti a tempo indeterminato. Solo quest'anno (2012), c'è in alternativa il concorso a cattedre che prevede solo per alcune lauree un numero ridotto di posti distribuiti nelle 20 regioni italiane. Il precedente concorso risale al 2000 (duemila) !!!

Meglio fare un confronto con gli altri Stati europei a parità di professione richiesta.
Una semplice grafica per il confronto si trova qui, anche se nel sottotitolo, ancora una volta, si sbaglia scrivendo "l'innalzamento di 6 ore settimanali dell'orario di lavoro" e poi di nuovo, nella grafica in alto a sinistra "orario settimanale dei docenti" al posto rispettivamente di "innalzamento di 6 ore settimanali dell'orario di lezione" e di "orario settimanale delle lezioni dei docenti" cose che hanno ben altro significato. Che sia un'operazione di marketing contro gli insegnanti fanulloni?

Vediamo la questione da un altro punto di vista, anche questo poco noto a chi non lavora nella scuola come insegnante: ogni insegnante può già fare fino a 24 ore di lezione (al massimo) e questo già succede normalmente, la novità che si voleva imporre per legge sono le 6 ore in più (24-18) gratuite! Vi chiederete come sia possibile pensare una cosa simile. Provate a immaginare un dirigente che va dall'operaio, quello con il martello in mano, e gli chiede di lavorare il 33% in più, ma gratis! Niente straordinari! Meglio non descrivere cosa succederebbe. E allora perché con insegnanti laureati questo funziona? Perché le reazioni sono state minime? Per almeno 5 chiari motivi:

  1. perché essere un buon insegnante è come essere un buon genitore, è una missione per tentativi senza fine;
  2. perché i sindacati della scuola sono numerosi e divisi tra loro: ANDCIPCISL - SCUOLACOBASGilda degli InsegnantiSNALSFLC-CGILUil-Scuola, (e altri ancora!)
  3. perché i prof. sono più consapevoli degli allievi di fare un danno agli allievi stessi scioperando
  4. perché i prof. hanno poche possibilità di scioperare in quanto la scuola è giustamente ritenuta un servizio pubblico essenziale (ad esempio commetterebbero un reato penale a bloccare gli scrutini, non possono scioperare più di 10 giorni l'anno)
  5. perché scioperando fanno risparmiare lo Stato (il loro datore di lavoro) che non li paga e fanno solo un danno a studenti e famiglie che non hanno nessuna colpa (e magari già si lamentano del funzionamento della scuola e degli insegnanti stessi)
Bisogna inoltre riconoscere il ruolo delle donne, molto numerose tra i docenti, e la loro particolare sensibilità materna verso i giovani.



Scuola 2 - La scuola di ieri e quella di oggi

Come siamo passati da un sistema di istruzione tra i migliori al mondo ad uno tra i peggiori?
Per avere dei dati statistici a conferma dell'affermazione precedente basta cercare con Google (o altri motori di ricerca) "OCSE PISA"(*), ma chi vuole delle motivazioni basta che legga il seguito copiato dal sito http://boscoceduo.it dell'insegnate di filosofia Pietro Ratto:
LINK ALLO SCRITTO ORIGINALE qui di seguito copiato solo perché non vorrei vada perso! Non me ne voglia l'autore che ringrazio vivamente!

Pietro Ratto: Solo una cosa
La nostra scuola

Solo una cosa”.
E’ l’intercalare con cui una mia alunna di quarta, nel corso di quest’anno scolastico,
iniziava ogni sua richiesta di chiarimenti durante le mie spiegazioni...
Solo una cosa” vorrei dire su questa scuola. Ho quarant’anni, insegno Filosofia e Storia dal 1991.
Lo so, sono capitato nel periodo peggiore.
Negli ultimi quindici anni l’istruzione italiana ha conosciuto un degrado senza precedenti.
Sono capitato nel periodo peggiore, sì, ma d’altra parte questo è un po’ il denominatore comune
di tutto ciò che mi è capitato in questa mia vita.
Quasi sempre sono giunto nel posto giusto al momento sbagliato.

Qui, però, non si scherza. Qui si parla della scuola, quell’ambiente che io, da studente,
ho frequentato per anni ed anni con il massimo rispetto, anche quando ero contrario, anche quando protestavo.
Il mondo della scuola che mi vedeva coinvolto come alunno era denso di forti emozioni,
di grandi tensioni ma anche di intensi affetti. Era un mondo in cui erano prioritarie le attività educative e culturali,
in cui si andava ad imparare da Professori veri, circondati da un’aura di rispetto, persino di timore..
Professori in senso letterale: professionisti dell’istruzione, esperti nell’insegnamento della propria disciplina.
Chi più chi meno, certo, ma tutti degni del rispetto che si deve a chi sta lì per insegnarti qualcosa.
Era un ruolo elevatissimo, che pochi di noi osavano anche solo sognare di ricoprire, un giorno. Un giorno...

Un giorno è toccato a me. Incredibilmente, indegnamente, ho cominciato ad insegnare
(e solo in quel momento ho cominciato ad imparare veramente),
quello che è uno dei grandi amori della mia vita: la Filosofia.

Sin dalle prime supplenze non sono mai riuscito a convincermi dell’idea di essere stato chiamato
poiché lo Stato avesse bisogno di uno come me, per insegnare qualcosa di così elevato a dei giovani...
Eppure mi sentivo desideroso di dare, di trasmettere, di aiutare i ragazzi a riflettere e a ragionare..  
Cosa è rimasto di tutto ciò, adesso, dopo le riforme Berlinguer e Moratti?

Solo una cosa..”. Nell’era dell’Autonomia la scuola è diventata un mercato.
I ministri dell’Istruzione hanno deciso di applicare le regole del liberismo al mondo dell’istruzione,
e di fare dei Presidi veri e propri Manager. Il principio è semplice: la competitività migliora il servizio.
Un principio che, chissà perché, i politici degli ultimi anni hanno deciso di applicare alla suola
e non alla telefonia o alla distribuzione dell’’energia elettrica...

Le scuole in competizione.
Questa la grande idea che ha portato al taglio dei finanziamenti statali per lasciar posto
ad un’autonoma quanto disastrosa pianificazione economica di ogni singola realtà scolastica.

Autonomia. Lo stato taglia i soldi e le scuole debbono far di tutto per meritarseli
con “progetti mirati” che attirino il maggior numero di “clienti”, gli studenti appunto,
trasformati in “capitale umano”, “risorsa”, tutti termini ormai in voga in questo nuovo mondo utilitaristico.
E’ molto semplice: più alunni accorrono ad iscriversi in un Istituto, più soldi arrivano dal Ministero.
Pochi sanno che ogni anno, in primavera, comincia il balletto delle cattedre e delle future classi.
Si diffonde in giro per le aule il terrore delle prossime iscrizioni...
Si elaborano statistiche, si tracciano bilanci, si azzardano previsioni.

L’arma del ricatto l’ha in pugno il CSA provinciale
(Centro Servizi Amministrativi, ossia l’ex Provveditorato agli Studi:
anche il nuovo appellativo di questa istituzione ha perso qualsiasi richiamo all’istruzione).
Il CSA permette la formazione di classi al di sopra di una certa soglia,
un certo numero minimo di alunni da raggiungere ad ogni costo, pena lo smembramento della classe stessa,
ai cui componenti, in quel caso, non resterà altro destino se non di venir distribuiti nelle altre sezioni.
Ecco lo spauracchio: Meno alunni, meno cattedre, meno posti di lavoro per gli insegnanti,
meno soldi per la scuola. Ed ecco l’immorale effetto di questa dissoluta politica
che tutto ha di economico e nulla di educativo: bocciare il meno possibile
e sottrarre il maggior numero possibile di studenti agli istituti vicini!

Non sono invenzioni.. E’ che se ne parla poco, anzi, non se ne parla affatto.
Non si racconta delle pressioni che la maggior parte dei Presidi-Manager ormai esercitano costantemente
sugli insegnanti che intendono continuare a svolgere il proprio lavoro con dignità
e con rispetto nei confronti di se stessi e dei loro ragazzi, pressioni tese a costringerli ad alzare i voti,
ad evitare in tutti i modi di bocciare, con la scusa del povero alunno vittima della società
o dell’atmosfera famigliare.

Non si racconta dei ricatti cui vengono sottoposti i docenti che attribuiscono un debito scolastico
a chi l’ha effettivamente meritato. Minacce di ricorsi, assunzioni di responsabilità,
continui confronti con colleghi zelanti e moderni che non bocciano mai,
moduli su moduli da compilare per deresponsabilizzare colleghi e Preside
dalle folli scelte di chi osa dare insufficienze, scadenze su scadenze da rispettare, lettere alle famiglie,
il tutto per incastrarli in un eventuale ricorso.

Non si parla di quelle belle riunioni di fine anno, nel corso delle quali il Dirigente Scolastico
(questo è il nuovo e manageriale appellativo del vecchio Preside)
traccia un bilancio dei due quadrimestri mostrando a tutti i docenti il tasso dei respinti
(“Quest’anno abbiamo bocciato il sei per cento degli alunni.
E’ un dato che fa riflettere: dobbiamo lavorarci sopra, per abbassare questa media
NOI dobbiamo lavorarci?! Noi, non loro, non gli studenti!).
Non si racconta degli scrutini in cui si cerca di premiare il tale ragazzo
la cui madre ha portato dieci nuovi iscritti reclutati tra i conoscenti del suo paese.
Non si parla delle riunioni in cui, subdolamente, si è costretti a contrattare con il Preside
il numero dei futuri bocciati, per evitare che il dato incida troppo e la classe venga smembrata
(“Non più di due, mi raccomando! ” Sì, ma quali scegliamo?).

E non si parla nemmeno troppo della vera natura, della vera utilità dei progetti,
i veri e propri “piani quinquennali” del mondo dell’istruzione.

Funzionano così:
tutti gli insegnanti sono tenuti (ma poi tocca spesso agli stessi), a presentare dei progetti.
La scusa è persin nobile: integrare l’attività didattica con corsi alternativi
(musica, teatro, danza, taglio e cucito...) o con uscite, gite in barca a vela, settimane bianche...
Dare finalmente agli alunni, insomma, la possibilità di effettuare tutte quelle attività
che prima si gestivano autonomamente al pomeriggio o nei fine settimana!
A cosa servono questi progetti?
Semplice: a “rubare” alunni agli altri istituti.
Andiamo ad iscriverci al Liceo X: lì ti bocciano di meno e per giunta impari ad andare in surf ! “.
Reclutare per ottenere finanziamenti.
Rieccoci! La finalità è sempre la stessa: i soldi.

I soldi che porteranno i nuovi iscritti attratti dalle attività extra
che ormai sono diventate più necessarie di quelle “curricolari”.
Assistere ad una lezione di Filosofia o di Matematica ha, ormai, lo stesso valore
che imparare a cucinare in quelle stesse ore di scuola.
Ma è senza dubbio più redditizio, in termini di marketing...
Si è mai sentito qualcuno affermare che vuole iscriversi in quella data scuola perché fanno più latino?!
Il progetto serve, dunque, a due cose: attirare nuova “utenza
ed accaparrarsi così i fondi del Ministero, che solo in questo caso decide di pagare!

Ma come è possibile? Mia madre, alla fine della scuola media, mi iscrisse nel Liceo cittadino
che vantava il maggior numero di bocciati, così da garantirmi una preparazione la più solida possibile...
Ma come è possibile che in vent’anni il mondo si sia ribaltato così?

Ne emerge una scuola fatta di insegnanti umiliati, demotivati, spaventati
(e chi si arrischia a bocciare più? Io amo scherzare, ma non troppo, sostenendo che quando ero alunno
prendevo legnate dagli insegnanti e ora che sono diventato insegnante le becco dagli alunni! Che vita è?!)

Per non parlare del clima plumbeo e omertoso che si respira.
Mobbing alle stelle, spiate ininterrotte, maldicenze e... Silenzio.
Nessuno che si ribelli, nessuno che protesti...
Al termine delle lezioni il Preside traccia il bilancio finale e si complimenta con il collegio docenti,
diventato ancor più “progettuale” rispetto all’anno precedente,
il che significa che molti di noi hanno inventato nuovi modi per recuperare soldi.
Tutti esultanti: i docenti progettuali hanno portato soldi e nuovi alunni alla scuola
(nuovi alunni che poi, regolarmente, non si sa dove mettere:
se infatti la metà dei collegi viene convocata per inventare stratagemmi al fine di attirare ragazzi,
l’altra metà serve per scervellarsi su dove metterli perché, sistematicamente, mancano aule e laboratori,
il tetto crolla, la palestra è inagibile...).
Tutti esultanti, coi complimenti del Dirigente.

Ed io che non ho fatto nessun progetto, io che ho inutilmente passato il mio tempo a spiegare banalmente
Cartesio o Kant, io che mi sono limitato ad insegnare cercando di interessare un poco questi giovani,
cercando di farli un po’ innamorare della cultura vera,
quella che non porta nessun giovamento economico ma rende felici e fa crescere un po’...
Io, ancora una volta, non sono servito a nulla.


Pietro Ratto, 28 giugno 2005


(*) attenzione, come sempre, le statistiche bisogna saperle leggere! Ad esempio se guardiamo solo alle medie nazionali perdiamo le differenze regionali e quelle tra le singole scuole!

 

Scuola 1 - I compiti per casa dell'insegnante

Inizio una serie di articoli che dovrebbero contribuire a spiegare a tutti cos'é la scuola, a che serve e come funziona.
La motivazione principale che mi ha spinto a scrivere è aiutare allievi e genitori a comprendere questioni molto vive in questo periodo:
  • perché la scuola è in sciopero?
  • perché, nonostante tutte le riforme, si dice che la scuola non funziona?
  • perché gli insegnanti lavorano meno della metà di tutti gli altri?
e altre ancora.

Cominciamo con l'ultima domanda dell'elenco e vediamo cosa fanno gli insegnanti al di là delle 18 ore.
  
I compiti per casa dell'insegnante


Nel seguito si fa particolare riferimento ad insegnanti della scuola secondaria di secondo grado (ex scuola superiore), ma tantissime attività valgono anche per gli insegnanti di scuola secondaria di primo grado (scuole medie) e molte anche per la scuola primaria (ex elementari).

LE ATTIVITA’ NON NOTE A TUTTI (e comprese nello stipendio delle 18 ore)




  1. spostamento tra le varie scuole a spese proprie;
  2. le 18 ore di insegnamento non sono continue, ci sono delle interruzioni (non pagate) tra le ore e comunque le 18 ore devono essere distribuite su almeno 5 giorni;
  3. se la scuola svolge lezioni di durata inferiore ai 60 minuti, gli insegnanti devono comunque recuperare i minuti non svolti con lezioni aggiuntive (e altri "buchi" non pagati tra una lezione e l'altra);
  4. l’insegnante deve preparare le lezioni (anche di tipo interattivo e multimediale), correggere i compiti, dare una valutazione complessiva di quanto svolto da ogni studente (*) e prepararsi per riunioni, Consigli di classe e scrutini intermedi e finali;
  5. quasi tutti  gli insegnanti devono svolgere una grande quantità di lavoro burocratico compresa l’attività di segretario per la preparazione dei verbali delle riunioni, il documento del 15 maggio per le classi quinte, i piani di lavoro per la programmazione delle classi, ecc.;
  6. nelle 18 ore un buon insegnante è al 100% cioè dà il massimo delle sue possibilità, deve spiegare o ascoltare senza distrarsi e controllando contemporaneamente anche più di 30 bambini o adolescenti (*) senza la possibilità di sanzionare immediatamente comportamenti scorretti pur essendo il loro responsabile ed educatore (le note sul registro ormai non contano molto);
  7. è già prevista per legge la possibilità di lavorare 24 ore con un aumento dello stipendio, ma 24 ore è il massimo ammissibile proprio perché è difficile da raggiungere e mantenersi efficaci ed efficienti;
  8. sorveglianza all’ingresso (5 minuti sono obbligatori per norma) e all’uscita da scuola;
  9. in realtà alle ore precedenti va sommata quanto serve per i contatti/comunicazioni/ricevimenti dei genitori (tra gli adempimenti obbligatori dell’insegnante sono previsiti i rapporti individuali con le famiglie);
  10. inoltre ci sono Consigli di Classe, Scrutini, Collegi dei Docenti, Riunioni per materia, Riunioni di dipartimento, e incontri per gestire Diversamente Abili (DA), allievi soggetti a disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o stranieri (*) con conseguente notevole incremento della burocrazia e altre riunioni che si svolgono al pomeriggio per progetti, gestione dei laboratori, preparazione delle Unità Didattiche di Apprendimento, progettazione e ricerca fondi per attività educative e formative alternative, ecc.;
  11. interventi didattici specifici e mirati per DA, DSA e stranieri;
  12. i tempi vuoti, tra una riunione e l’altra o tra orario del mattino e riunioni sono tutti a carico dei docenti, non ci sono mense, buoni pasto o agevolazioni sui trasporti;
  13. varie attività come i progetti e le visite vanno documentate con articoli, foto e filmati, e possibilmente pubblicizzate nel sito della scuola, sui giornali e giornalini interni e nell’annuario della scuola, ma soprattutto vanno redatte relazioni e contabilità di dettaglio delle ore svolte da coordinatore/ promotore e dai colleghi;
  14. non ci sono premi di produttività (come per gli altri statali), né quattordicesime, quindicesime e sedicesime e forse, dal 2013 nemmeno tredicesime;
  15. non ci sono possibilità di carriera ovvero si può solo cercare di diventare Dirigenti Scolastici;
  16. la variazione della sede o delle sedi di lavoro non è remunerata (ora avviene solo all'interno della provincia di assegnazione, un tempo avveniva su tutto il territorio italiano);
  17. la docenza a tempo indeterminato si ottiene quasi sempre dopo svariati anni di varie forme di precariato anche con modalità inammissibili nel privato (assunzione il 1° settembre e licenziamento il 30 giugno e ciò si può ripetere per un numero illimitato di anni);
  18. si lavora sei giorni su sette (esiste tradizionalmente un giorno “libero”, ma non è garantito dalla legge e non è veramente libero in quanto viene interrotto dalle riunioni pomeridiane che possono durare anche fino alle 24);
  19. il lavoro straordinario, quello serale o notturno (alle serali si fa lezione fino alle 23 circa) non è maggiormente remunerato;
  20. non esiste nemmeno un giorno di ferie durante i giorni di scuola (per assentarsi occorre farsi sostituire a proprie spese dai colleghi, ma non sempre è possibile);
  21. durante le assenze per malattia lo stipendio viene decurtato (legge Brunetta);
  22. durante la malattia l’orario di reperibilità è più esteso rispetto agli altri lavoratori;
  23. se durante le ferie, ci si ammala, i giorni persi non vengono recuperati;
  24. tra le malattie professionali (il 64% dei docenti inidonei presentano una diagnosi psichiatrica, mentre “solamente” il 17% fa registrare una patologia alle corde vocali) solo le patologie delle corde vocali erano riconosciute (vedi http://burnout.orizzontescuola.it);
  25. i corsi obbligatori vengono organizzati fuori dall’orario di servizio;
  26. l’aggiornamento avviene quasi sempre a proprie spese! (con rarissime eccezioni)
  27. acquisto di materiali per il proprio lavoro (tute, camici, computer, accesso internet, quaderni, calcolatrici, cancelleria, ecc.) completamente a proprie spese!
  28. a scuola gli insegnanti sono responsabili penalmente e civilmente degli allievi, lo stesso avviene durante le gite, conferenze, rappresentazioni teatrali, cinema, ecc. senza alcuna indennità e con responsabilità fino a 24 ore al giorno;
  29. correzione prove Invalsi;
  30. richiesta, consultazione ed adozione dei libri di testo (obbligatori per ogni materia!);
  31. richieste di acquisto dei materiali a fini didattici e laboratoriali (che spesso si preferisce acquistare personalmente perché molto più rapido);
  32. riunioni e collaborazioni varie tra i colleghi della stessa classe;
  33. assistenza durante le elezioni dei rappresentanti dei genitori e degli studenti e interventi durante le Assemblee di Istituto e di classe;
  34. controllo e giustificazione delle assenze spesso garantendo la coerenza di almeno tre diverse registrazioni: libretto personale dell’allievo, registro personale dell’insegnante e registro di classe;
  35. a differenza di quanto avviene in altri Paesi non ci sono riduzioni per cinema, teatro, musei, ecc.;
  36. tantissime altre piccole attività.

Beffa: gli insegnanti della categoria universitaria sono pagati (approssimativamente) il triplo e non hanno vincoli sul numero minimo di ore di lezione da svolgere!



ATTIVITA’ NON NOTE A TUTTI, MA A PAGAMENTO
Le seguenti attività dovrebbero essere pagate normalmente 17.5 €/ora (lordi) cifra che raddoppia sole se svolte assieme agli allievi, ma a volte vengono pagate in maniera forfettaria o addirittura non pagate (fonte: internet, vari siti)

  • funzioni strumentali (continuità scolastica, orientamento, collaboratori del "preside", gestione sito web e reti di PC, orario, valutazione nuovi insegnanti, ... , ...);
  • coordinatori di dipartimento (materie umanistiche, materie scientifiche, materie tecniche, ...);
  • coordinatori di classe;
  • responsabili di laboratorio;
  • attività di recupero e sportello;
  • corsi di recupero;
  • attività aggiuntive di insegnamento relative alle certificazioni (informatiche, linguistiche, ecc.);
  • supplenze a pagamento;
  • progetti esterni e/o extracurricolari;
  • attività per centri sportivi;
  • tutte le attività di orientamento degli studenti in entrata nella scuola ed in uscita (es. visite alla scuola, attività di “scuola aperta”, ecc.);
  • collaborazione e studio del POF (Piano dell’Offerta Formativa, diverso per ogni scuola) e dei regolamenti disciplinari e simili (es. regolamento per i laboratori).







  1. (*) è in continuo aumento il numero di allievi disabili, con disturbi specifici o psicopatologie dell'apprendimento (probabilmente sempre meno famiglie hanno la possibilità di inserire i casi più gravi in strutture adeguate, con personale specializzato). E' in continuo aumento il numero di allievi immigrati stranieri che pur non conoscendo la lingua italiana vengono inseriti nella stessa classe che spetta ai loro coetanei come se fossero già preparati.

 Sicuramente manca qualcosa e ci sono delle imprecisioni, pertanto chiunque voglia aiutarmi attraverso i commenti o un email a mauro.gardenal[chiocciola]gmail.com è benvenuto.