lunedì 28 gennaio 2013

Scuola 18 - Manifestazione del 2 febbraio 2013 a Roma

Contro le politiche di austerità un manifesto rosso e blu (i colori della segnaletica). Per la scuola, come spesso accade, partecipa un solo sindacato!


domenica 20 gennaio 2013

Scuola 17 - Appello di genitori della provincia di Bologna

I genitori Presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto della provincia di Bologna hanno scritto la seguente lettera aperta rivolta ai candidati di tutte le forze politiche alle prossime elezioni:
Dai Presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto della provincia di Bologna
Ai Candidati di tutte le forze politiche alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento

Gentilissima/o,
siamo Presidenti di Consigli d’Istituto, cittadini eletti come rappresentanti di quella larga parte del Paese che ha figli a scuola; cittadini che hanno scelto con sacrificio e passione di dare una mano al tesoro più prezioso di un Paese.

Ci rivolgiamo a Lei certi che le nostre riflessioni possano essere ora prese in considerazione e nella speranza, speriamo non vana, che possano essere ricordate anche quando Lei, come Le auguriamo, sarà eletto.

Lei si candida al Parlamento della Repubblica Italiana, Repubblica che nel suo atto Costitutivo, all’art.3, assegna alla scuola il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Ebbene, negli ultimi anni, tali ostacoli non solo non sono stati rimossi, ma anzi sono accresciuti.
Si è smesso di pensare alla scuola come al luogo di formazione primario per garantire uguaglianza di opportunità e mobilità sociale, come risorsa ed investimento sul futuro.

Alla scuola si è guardato con il solo occhio ingordo del fare cassa (sottratti 8,5 miliardi di euro e meno 150.000 tra insegnanti e collaboratori scolastici), ignorandone le drammatiche conseguenze.
I cittadini di domani vivono oggi in edifici spesso da ristrutturare con aule vecchie, stretti in classi insicure, didatticamente gestibili con grossissime difficoltà, perché circolari ministeriali hanno illegittimamente aggirato disposizioni di legge, oltre che di umanità: massimo 25 alunni, 20 se in presenza di certificazione.
Sono diminuiti gli organici e le risorse per il sostegno, per l’alfabetizzazione dei ragazzi migranti, per i progetti di  recupero … (devono ancora arrivare i soldi del Fondo d’Istituto, che già si sa saranno decurtati di un ulteriore 35%).

Sono stati restituiti solo in piccola parte i crediti (“residui attivi”) che le scuole vantano da anni nei confronti dello Stato: ci si affida sempre di più ai contributi volontari dei genitori, una sorta di autotassazione aggiuntiva cui i genitori sottostanno pur di non vedere immiserire ulteriormente “l’offerta formativa” delle scuole frequentate dai loro ragazzi.

Sono stati costituiti megaistituti scolastici  ingovernabili e didatticamente inadeguati.
Coi tagli all’orario scolastico (tre ore in meno alla primaria, tre alle medie, quattro alle superiori)  l’intero percorso scolastico è stato accorciato di quasi due anni, l’obbligo scolastico ridotto a 15 quando nel resto d’Europa è a 18.

E come se non bastasse, in caso di assenza degli insegnanti, spesso  non vengono neppure chiamati i supplenti ed i ragazzi vengono smistati in altre aule, con conseguenze didattiche e di ulteriore diminuzione di sicurezza facili da immaginare.

Stiamo già pagando a caro prezzo gli effetti di queste politiche dissennate: Il tasso di abbandono scolastico è del 18,8% (solo tre stati sono messi peggio di noi); la nostra scuola primaria, con l’abolizione delle compresenze e la riduzione dei moduli e del tempo pieno, è scesa in pochi anni di molti gradini dal secondo posto in Europa (e sesto del mondo) che orgogliosamente occupava.

Un’ultima vergogna, un’ultima stupidità: tra tutti i Paesi Ocse siamo al penultimo posto per quanto diamo alla scuola, con il 4,5% del PIL a fronte di una media del 6%. Se Paesi ben più poveri del nostro riescono a dare ben di più, non si capisce perché non potremmo farlo anche noi.

Eppure è dimostrato che tagliare su Istruzione, ricerca e cultura è miope e folle, perché si spezzano le gambe non solo al futuro dei giovani ma all’intero Paese, condannandolo per sempre al declino e alla recessione, mentre la maggiore spesa per istruzione produce rendimenti certi. Basta guardare a quei Paesi che stanno affrontando la crisi più intelligentemente e meglio di noi, che hanno investito e investono in formazione e sapere; esattamente l’opposto di quanto accade in Italia.

Forse hanno letto meglio di noi un nostro autore, Collodi: Geppetto infilatasi la vecchia casacca di fustagno, tutta toppe e rammendi, uscì correndo di casa. Dopo poco tornò: e quando tornò aveva in mano l’Abbecedario per il figliuolo,ma la casacca non l’aveva più.

La scuola pubblica ha già sofferto e soffre troppo; il nostro augurio è che Lei, se sarà eletto, sappia avere la saggezza di quel semplice falegname, sappia adoperarsi per una scuola democratica, repubblicana, costituzionalmente fondata: quella che si sforza di togliere gli ostacoli perché anche un burattino di legno possa trasformarsi in un cittadino attivo e consapevole.

CoordinamentoBOProv@scuolan.it

[Seguono le firme dei genitori Presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto della provincia di Bologna.]


venerdì 18 gennaio 2013

Scuola 16 - Scuola ingiusta

Da un articolo di Paccagnini Ermanno del Corriere della sera.it ripreso anche dalla FLC:

... ingiustizia sociale (nei confronti degli studenti) in un Paese governato dal valore legale del titolo di studio per i concorsi pubblici, e una sostanziale mancanza di educazione alla valutazione. Non è infatti oggettivamente e culturalmente credibile che solo il 3,9 per cento dei maturandi lombardi tocchi il massimo dei voti, quando la media nazionale è del 5,7%, e addirittura del 10% di quella Calabria che (pur in presenza di istituti di eccellenza) le rilevazioni Ocse-Pisa pongono invece quale «fanalino di coda». Né credo che si tratti solo di maggior severità da parte dei docenti lombardi o d’una sorta di familismo orgogliosamente regionalistico altrove: motivo per cui ritengo sì utile, ma non più che palliativo, l’incremento di prove oggettive su scala nazionale (come nel caso della terza prova della maturità) ...


Aggiungo inoltre che se sotto il Pirellone al 100 e lode ci arriva lo 0,45% degli studenti, in Calabria i geni sono l’1,4%, il triplo. Perché, allora, nei test nazionali i primi risultano più preparati?

 

mercoledì 16 gennaio 2013

Scuola 15 - L'ottima Costituzione della Repubblica Italiana è da dimenticare?

Nella nostra Costituzione l'istruzione viene subito dopo la sanità:
[ ] = commenti 

Art. 33.
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
[Solo] Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
[Solo] L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita [attualmente gli anni dell'obbligo sono dieci].
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.


giovedì 10 gennaio 2013

Scuola 14 - Come protestare

Raccoglierò in questo post (in costruzione) alcune indicazioni e riferimenti (link) per chi voglia partecipare alla protesta in corso, protesta contro la varie forme di distruzione della scuola a cominciare dalle cose più evidenti.

Aderisci al manifesto "Scuola come bene comune" di un gruppo di insegnanti di Torino. Raccoglie le adesioni di tutti, da tutta Italia.

Scuola pubblica: di tutte/i per tutte/i. Appello per la manifestazione nazionale della scuola e dei beni comuni del 2 febbraio 2013


Scuola 13 - La pensione dell'insegnante

Cercando con Google "assicurazioni generali calcolo pensione" ho trovato una specie di regolo calcolatore che mi dice quando e come andrò in pensione. La risposta è stata: andrai in pensione a 66 anni con una pensione pari a circa la metà del tuo futuro reddito. Felice di godermi la vita prima dei settant'anni (sperando di non dover mantenere un figlio disoccupato) sono andato a cercare cosa dicono gli insegnanti più anziani, quelli che dovrebbero andare in pensione in quest'anno. Ho trovato la seguente commovente lettera:

Stimatissimo dottore, leggo con estremo interesse ogni articolo che porti la Sua firma sul tema del burnout degli insegnanti in quanto mi ci riconosco totalmente nella descrizione delle cause che lo determinano. Sono una docente di 60 anni, insegno da 37 nella scuola dell’infanzia. Mi sono dedicata anima e corpo a questa splendida professione, i bambini sono stati fonte di gioia e di interesse per una vita intera MA adesso, da circa due anni non è più così. Mi sento svuotata, come se non avessi più niente da dare, priva di energie.

Mi hanno diagnosticato una forma di depressione nevrotica e come terapia antidepressivi, tranquillanti per dormire e riposo.

La mia “disaffezione” al mio lavoro ha origini ben più marcate. Il mio senso di svuotamento, le mie crisi di panico, ogni volta che varco il cancello della scuola, la mia insonnia al pensiero del lavoro del giorno dopo, l’ alternarsi ponderale del mio corpo, la non sopportazione delle crisi di pianto dei piccoli alunni… è diventato un vero e proprio tormento. E, da ultimo, si è aggiunto il mancato pensionamento dovuto alla riforma Fornero. Essere arrivata al traguardo (quota 96 = 60 anni + 36 anni di contributi), aver fatto da tempo nuovi progetti di vita ed essere stata rigettata nel lavoro, ingiustamente, coercitivamente, mi ha letteralmente dato il colpo di grazia. NON HO PIU’ NIENTE DA DARE, SONO SVUOTATA, “BRUCIATA”. E questo non fa bene a me nè ai piccoli alunni che si ritrovano un’insegnante che sogna solamente di scappare il più lontano possibile.

Nella mia condizione ci sono migliaia di docenti del 1952. Cari saluti.

(tratta da Profumo di fregatura )

Allora ritorno, un po' più depresso, alla casella di posta elettronica della mia scuola dove trovo:



come dire che per mantenere il mio misero reddito di insegnante dovrò chiedere a 66 anni (o forse 70?) il part-time!

domenica 6 gennaio 2013

Scuola 12 - Coordinamento nazionale della scuola



E' un altro tentativo di fermare la distruzione della scuola pubblica.

Domenica 16 dicembre 2012 si è riunita l’assemblea nazionale del movimento delle scuole, in contemporanea e in collegamento con il seminario “Per un governo democratico della Scuola della Costituzione”. Hanno aderito all’assemblea i coordinamenti locali e singole scuole dalle province di Avellino, Cagliari, Bari, Ferrara, Genova, Latina, Milano, Modena, Napoli, Pisa, Pesaro e Urbino, Terni, Torino, Trieste, Roma e Castelli romani.
L’assemblea ha deciso di istituire un coordinamento nazionale del movimento delle scuole, con una mailing list, un sito nazionale http://coordinamentonazionalescuola.net con i riferimenti dei coordinamenti locali aderenti. Il coordinamento ha il mandato di istruire il dibattito nelle scuole e nei coordinamenti locali per costruire una piattaforma approfondita e condivisa sulle politiche alternative da mettere in atto per rilanciare e riqualificare la scuola pubblica statale.

Tratto da http://www.forumscuole.it

Cliccare qui per andare al comunicato dell'assemblea nazionale